Ho visitato lo scorso week-end la mostra Sguardo di Donna, alla casa dei Tre Oci, Venezia.
La consiglio a chiunque voglia un punto di vista femminile insolito e intenso e sia pronto ad interrogarsi.
Perchè, come dice Giorgia Fiorio, “La fotografia non risponde, ognuno interpreta la domanda secondo il proprio punto di percezione e la propria sensibilità”.
Cura e allestimento magistrale favoriscono meta-dialoghi che si snodano sui tre piani dell’esposizione e intrecciano fili e collegamenti tra immagini, architettura e vita.
Lo sguardo privilegiato delle 25 fotografe ci mette in contatto intimo con loro e i soggetti delle foto, ognuno portatore di istanze e interrogativi su genere, pace, identità, infanzia, mafia, sogno e molti altri.
Sono immagini dirette e vere, reali e poetiche.
A qualche giorno dalla visita mi rimane ancora la sensazione di appartenenza a un tutto non più altro, contenuto, compreso e abbracciato grazie ai differenti punti di vista.
In particolare, i Gender Studies di Bettina Rheims mi rimangono tenacemente nel cuore, sfacciati e delicati, in transizione ma carichi di essenza.